A Cinecittà, nella periferia est di Roma, c’è un ambulatorio medico che offre assistenza sanitaria gratuita per chi di solito ne è escluso: clandestini, senza tetto, rom o semplicemente anziani del quartiere che faticano a raggiungere altri posti. L’ambulatorio si trova all’interno di un container in mezzo allo spartitraffico di una piazzetta, dietro la chiesa di Don Bosco.
Roma, 2012
A Cinecittà, nella periferia est di Roma, c’è un ambulatorio medico che offre assistenza sanitaria gratuita per chi di solito ne è escluso: clandestini, senza tetto, rom o semplicemente anziani del quartiere che faticano a raggiungere altri posti. L’ambulatorio si trova all’interno di un container in mezzo allo spartitraffico di una piazzetta, dietro la chiesa di Don Bosco.
L’idea di questo presidio, medico e civile, nasce da Antonio Calabrò, medico al Fatebenefratelli, che tre pomeriggi a settimana dedica il suo tempo per essere presente sul territorio del suo quartiere prestando assistenza gratuita per chiunque ne abbia bisogno.
“La Follia di Giovanni” è il nome scelto da Calabrò per il presidio e rivela le radici del suo attivismo: «Giovanni XXIII con il Concilio Vaticano II, San Francesco che si chiamava Giovanni, San Giovanni Bosco che rappresenta gli anni della mia formazione e San Giovanni di Dio, fondatore del Fatebenefratelli, un ospedale che mi ha molto aiutato».
Nato nel 2006, l’ambulatorio ha effettuato più di 800 visite e il dottor Calabrò ha intenzione di ampliarlo e farlo conoscere maggiormente, ma anche di sviluppare nuovi progetti.
«L’importante per noi è rimanere sulla strada e in completa autonomia. Non avendo finanziamenti, dobbiamo affrontare diversi problemi economici, ma questo è l’unico modo per dare il servizio che vogliamo, senza filtri. D’altronde la salute è un diritto di tutti».
Roma, 2012